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Aperitivo in bici- Anello del lodigiano con aperitivo autunnale

23ottobre2022:ore 9:00PIAZZALE MILANO-IMBOCCO CICLABILE DEL PONTE SUL PO

Anello del lodigiano con aperitivo autunnale

 Ritrovo e partenza: ore 9,00 all’inizio del ponte sul Po alla rotonda del monumento ai Pontieri

 Difficoltà: Facile

 Lunghezza a/r: km. 45

 Termine: arrivo a Piacenza entro le ore 13,30 

 Quota di partecipazione: € 10,00 per l’aperitivo (portare i soldi contati) + € 5,00 solo per i non soci

Informazioni e adesioni obbligatorie

entro le ore 12,00 di sabato 22 ottobre: 

Attilio -  cell.  333.3595101

Presentazione dell’itinerario

 L’ultima uscita del 2022 si sviluppa nel lodigiano, attraverso una campagna che i contadini stanno preparando per l’inverno, approfittando di un mese di Ottobre che ci regala belle giornate soleggiate.

Attraversato il ponte sul Po, ci dirigiamo lungo ciclabili e strade secondarie verso Santo Stefano Lodigiano, proseguiamo in direzione di Corno Giovine e da qui verso Maleo lungo la strada provinciale.

Giunti a Maleo, ci portiamo in fondo al paese per imboccare la ciclabile verso Codogno, inaugurata poche settimane fa, dove faremo sosta per una breve visita al santuario della Madonna di Caravaggio, che presenta una particolare struttura architettonica.

Attraversiamo il paese per arrivare poi a San Fiorano, dove all’agriturismo La Divizia faremo un aperitivo in compagnia.

Ripartiamo in direzione di Piacenza per terminare l’uscita entro le 13,30.

Santuario della Madonna di Caravaggio in Codogno

Il Santuario della Madonna di Caravaggio in Codogno sorge nel luogo dove esisteva una cappellina con l’immagine della “Presentazione di Maria Vergine al Tempio “(XII sec.).

Successivamente, il sacerdote Don Giuseppe Dragoni, comproprietario del fondo, fece restaurare la cappelletta incaricando il pittore codognese Giovanni Battista Scarpino (detto il Bianchino) di raffigurarvi l’immagine miracolosa della Madonna di Caravaggio, la cui venerazione andava sempre più diffondendosi nel territorio della nostra Bassa. 

“Crebbe così rapidamente di fama presso le semplici genti del contado il sacello riedificato dal Dragoni; la fede ardente vi avviava la folla di afflitti ed infermi, ed a questi e a quelli faceva conseguire guarigione e conforto; cosi che copiosissime vi affluivano le divizie dei doni ex voto: lino, filati, zendadi luogo di ori e di argenti, risultavano la espressione veritiera dell’unanime sentimento dei poveri e degli umili” (G. Cairo, Codogno e il suo territorio; 1897).


A seguito delle numerose guarigioni, per comando del Vescovo, si esperisce l’esame canonico del caso, che portò in breve all'avvio del progetto. Quando era parroco Don Bartolomeo Rota, fu incaricato l’architetto codognese Carlo Antonio Albino (1671) discepolo dell’architetto Giovanni Battista Barattieri, di redigere il progetto dell’attuale Tempio. Con la posa della prima pietra, il 13 settembre 1711 (in occasione del Santissimo Nome di Maria), iniziò la costruzione sotto la guida del capo maestro Giovanni Battista Calzio che completò l’opera in tre anni. Il Santuario fu aperto al pubblico culto nel 1714. Il tempio si poté dire finito nel 1838, specie per l’opera dei sacerdoti Carlo Guaitamacchi e Bortolo Mola, grazie ai contributi copiosi dei numerosi fedeli e devoti.

La chiesa presenta tutti i requisiti della buona estetica costruttiva. L’attico eccelso, il duomo a cupola ed il campanile a cupolino ellittico, si susseguono verso l’alto in splendida armonia. Il prospetto in tre piani svolge nell'inferiore e nel medio lo stesso motivo architettonico, a lesene, a nicchie ed a frontoni.

L’interno è a croce latina con le braccia laterali sensibilmente accorciate. Leggera, alata, si erge la cupola. Dalla navata centrale si accede alla cripta sotterranea, per essere accolti dall'abbraccio di un sottoportico ad otto archi.

La luce domina l’ambiente seppur in penombra: dalla balaustra all'altare, dagli archetti finemente lavorati al pavimento. L’ipogeo qui ricavato è ricco di finiture policromatiche, sviluppate sui diversi piani dell’edificio, ottenendo così un effetto globale che amplifica gli spazi limitati. 

Dietro l’altare troviamo la piccola statua della Madonna raccolta in una nicchia, ancora oggi meta di tanti fedeli che affidano le proprie preghiere, nella semplicità di un luogo che è oggi come nel passato sempre espressione della più semplice e genuina religiosità popolare.